Quando mi opposi al progetto dei Campi Diomedei a Foggia, ricevetti numerose critiche e una sorta di “anatema” da parte dell’allora sindaco Franco Landella. In realtà evidenziai alcune anomalie del progetto che riguardavano sia il mancato rispetto di spazi per il deposito cavalli stalloni, sia l’aspetto archeologico. La sospensione dei lavori servì a valutare meglio le azioni da intraprendere. In definitiva – e la cronaca odierna mi dà ragione – questo stop è stato utile per arrivare ad altre ipotesi, come la presunta collusione tra le imprese che lavoravano alla realizzazione del parco e i clan della malavita foggiana. In una città che ha bisogno di rialzarsi dalle proprie ceneri come l’Araba fenice, ben venga la relazione del Prefetto di Foggia, dottor Carmine Esposito, che ha accertato la violazione da parte del Comune di Foggia degli obblighi relativi alla verifica antimafia, a cui doveva essere sottoposta l’impresa contraente. Le forti perplessità che ho sollevato sulla realizzazione dei Campi Diomedei erano dovute alla più auspicabile valorizzazione di un’istituzione storica come l’Istituto d’Incremento Ippico: si tratta di un’area che avrebbe dovuto e dovrebbe dar seguito a quella che è la sua naturale vocazione, propensione e destinazione d’uso, cioè salvaguardare le nostre razze ippiche autoctone, come il cavallo Murgese e l’asino di Martina Franca, ma anche realizzare un parco equestre archeologico urbano polivalente che rispetti il paesaggio, la cultura e la storia della nostra terra, valorizzando e riscoprendo anche le strutture di pregio presenti in quei 23 ettari, come la Sala del Consiglio di Amministrazione con i suoi pregiati mobili.
Comunicato stampa